Ecco, a parte questo, perché dovremmo cedere al mefistofelico motto grillesco "Basta soldi pubblici ai partiti"? E' vero, i partiti hanno speso male i nostri soldi. Ma non per questo vuol dire che l'istituto è da abolire.
Come ha rilevato un tweet del giornalista di Radio24 Simone Spetia sono pochissimi i Paesi che non prevedono un minimo di finanziamento pubblico. Persino gli Stati Uniti, patria del capitalismo, i partiti ricevono un pur minimo aiuto statale.
In azzurro gli Stati senza finanziamento pubblico o rimborsi elettorali ai partiti (Corriere) twitpic.com/ct2ezl
— Simone Spetia (@simonespetia) 25 maggio 2013
Se si vuole privatizzare la già asfittica politica italiana, lo si faccia pure.
Ma che almeno ci si renda conto di ciò che questo comporta. Niente impedirà, in un Stato come il nostro in cui nessuno controlla niente, che le condizioni economiche e finanziarie dei pochi che contano possano decidere le sorti dei partiti, dei suoi uomini e di quelli che dovrebbero essere i nostri rappresentanti.
"Basta soldi ai partiti da case farmaceutiche e banche! Ci vuole il finanziamento pubblico!"Un politico qualunque, Campagna elettorale 2020
— Marco Castelnuovo (@chedisagio) 31 maggio 2013
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